giovedì 30 giugno 2016

10MILA EURO AL MESE IN NERO, PIU’ VIAGGI E CASA ARREDATA: ARRESTATA SINDACA. ECCO COME FACEVA A FARE BUSINESS SULLA PELLE E LA SALUTE DEI CITTADINI

Maddaloni, arrestato il sindaco Rosa De Lucia. Intascava tangenti per il servizio rifiuti. Soldi anche per viaggi e arredare casa
Il sindaco Rosa De Lucia aveva un bancomat personale, fatto di carne e ossa. Nessuna tessera da inserire ma tanti soldi da ritirare: almeno 10mila euro al mese, più denaro per viaggi come quello ad Antibes e perfino contante per arredare casa. I soldi le venivano forniti dall’imprenditore Alberto di Nardi, l’uomo a cui la prima cittadina di Forza Italia garantiva il servizio di raccolta dei rifiuti.
Emerge anche questo dall’inchiesta della procura di Santa Maria Capia Vetere sul Comune di Maddaloni, in provincia di Caserta, dove sono state emesse cinque ordinanze di custodia cautelare (due in carcere e tre ai domiciliari). L’accusa è quella di tangenti intascate per affidare, ciclicamente, il servizio di raccolta rifiuti sempre alla stessa ditta.
Nel Comune alle porte di Caserta i carabinieri hanno arrestato anche l’assessore Cecilia D’Anna, il consigliere comunale Giuseppina Pascarella e appunto l’imprenditore. Sono tutti ritenuti responsabili a vario titolo di corruzione, tentata induzione indebita a dare e promettere qualcosa e peculato in concorso.
Al centro dell’inchiesta la figura della 36 enne Rosa De Lucia. Per la procura avveniva “una corruzione sistemica – ha spiegato il procuratore aggiunto Carlo Fucci – che ricorda la tangentopoli casertana del 1992. Di Nardi – scrive il Gip Sergio Enea – era un bancomat per la De Lucia”. Grazie ai soldi di Di Nardi il sindaco si era permesso un viaggio ad Antibes con l’amica assessore Cecilia D’Anna (anche lei arrestata), aveva arredato completamente casa e fatto tante altre spese.
Dopo la denuncia di una ditta concorrente sono però iniziati i pedinamenti e Di Nardi è stato fermato a un finto posto di blocco con in tasca 5000 euro. “Sono per le bollette” avrebbe detto, soldi che invece erano destinati al sindaco. In altre occasioni Di Nardi avrebbe anche sponsorizzato progetti della giunta e pagato circa 500 euro per iniziative contro il femminicidio.
L’azienda dell’imprenditore risulta, con 300 dipendenti sparsi in vari comuni, come una fra le maggiori del casertano. La Dhi (Di Nardi Holding) si occupa di servizi ecologici e gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani a Maddaloni, e nei comuni di Santa Maria Capua Vetere, San Nicola la Strada, Bellona, Pontelatone, Roccaromana, Teverola, Cesa e Vitulazio. Nata solo 5 anni fa, in pochi anni ha fatto incetta di appalti riuscendo ad ottenere continue proroghe e rinnovi contrattuali. La stessa De Lucia aveva ricevuto richiami formale dalla prefettura di Caserta che la invitava a lanciare una gara d’appalto per affidare il servizio di raccolta dei rifiuti ma questo non avveniva. Di Nardi infatti secondo la procura “pagava” per poter mantenere il servizio. Arrestato, ora all’imprenditore i carabinieri hanno sequestrato preventivamente un milione di euro.

Lui è il Generale Sergio Costa. ha lanciato un'accusa gravissima contro il Governo Renzi. Guadate cos'ha scoperto:

LA RIVELAZIONE: «GLI ECOMAFIOSI HANNO BRINDATO ALLA NOTIZIA»

«Abbiamo scoperto Terra dei fuochi. E ora lo Stato ci vuole smantellare»
Intervista esclusiva al generale Costa: «Folle sciogliere il Corpo forestale». Sit in a Roma
Sergio Costa, generale, comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Ci sarà oggi a Roma per manifestare contro lo smantellamento della «sua» polizia?
«Purtroppo no».
Perché?
«Questa mattina abbiamo una riunione per decidere quali terreni della Terra dei fuochi vincolare e quali liberare. Non posso andare in piazza, ho l’obbligo etico di dare una risposta al Governo. Quello, per intenderci, che vuole cancellarmi».
LA RIVELAZIONE: «GLI ECOMAFIOSI HANNO BRINDATO ALLA NOTIZIA»
«Abbiamo scoperto Terra dei fuochi. E ora lo Stato ci vuole smantellare»
Intervista esclusiva al generale Costa: «Folle sciogliere il Corpo forestale». Sit in a Roma
Sergio Costa, generale, comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Ci sarà oggi a Roma per manifestare contro lo smantellamento della «sua» polizia?
«Purtroppo no».
Perché?
«Questa mattina abbiamo una riunione per decidere quali terreni della Terra dei fuochi vincolare e quali liberare. Non posso andare in piazza, ho l’obbligo etico di dare una risposta al Governo. Quello, per intenderci, che vuole cancellarmi».

C.Appendino ha compiuto un gesto senza precedenti. Neanche una riga sui giornali. Guardate cos'ha fatto..

Il neosindaco di Torino: “Una volta al mese faremo la giunta su Facebook e un giorno alla settimana riceverò i cittadini. Dobbiamo ripartire dalle periferie dobbiamo occuparci degli esclusi. Voglio dialogare con tutti e voglio riunire le due città oggi divise…”

Stefano Zurlo per “il Giornale”

Le bandiere No Tav e lo spoil system. Chiara Appendino di lotta e di governo. La guerra all' alta velocità, palestra dei Cinque stelle piemontesi, e le mani sul nocciolo del potere, su quel sistema fassiniano saltato nelle urne come un tappo di champagne.

Nella notte, dopo il trionfo e l' umiliazione del sindaco uscente, Piazza Castello, il cuore della città, è un tripudio di bandiere No Tav e a Palazzo Civico risuonano gli slogan di sempre: «Giù le mani dalla Valsusa».

Al mattino la vincitrice torna in municipio e davanti ai giornalisti comincia a graffiare ma, quando serve, frena, sfuma, vira. Sciabola e fioretto da subito, tenuti insieme da un sorriso d' ordinanza e dal piglio manageriale. Grillo sembra lontano anni luce e, a dirla tutta, non paiono suoi compagni di viaggio nemmeno quei ragazzi col look da centro sociale e con orecchino d' ordinanza annesso, che hanno riempito il centro, a piedi o in bicicletta, dopo la notizia del ko fassiniano.

Lei va dritta per la sua strada: «Porterò nelle istituzioni le ragioni dei No Tav. Però - aggiunge subito - il sindaco non ha poteri in questo campo e io voglio dialogare con tutti e voglio riunire le due città oggi divise». Nuovo sorriso. Avvolgente. Ecumenismo in salsa sabauda. Toni rassicuranti e concilianti. Garbo e stile. Per essere all' esordio, Appendino ha un controllo di sé strepitoso: la ragione domina sui sentimenti.

E con una certa freddezza fa partire la prima stoccata: le chiedono se Francesco Profumo e Paolo Peveraro debbano dimettersi dai vertici della Compagnia di San Paolo, primo azionista del gruppo Intesa e di Iren, la multiutility che offre servizi alla città. «Io credo - è la replica asciutta - che quelli che fra l' altro si sono alzati lo stipendio debbano fare un passo indietro».

Il riferimento obbligato è a Profumo, l' ex ministro del governo Monti che alla vigilia dei ballottaggi, in un clima tesissimo, ha avuto la sciagurata idea di innaffiare con 400mila euro il budget che copre rimborsi spese, gettoni e quant' altro.


Una mossa che molti hanno letto come un atto di arroganza e che segue a un altro gesto sciagurato dell' ultimo Fassino: le nomine di Profumo e Peveraro, ex vicepresidente della Regione ai tempi della piddina Mercedes Bresso, e l' occupazione manu militari di due caselle pesanti a maggio, ormai in vista delle elezioni. Appendino e i Cinque stelle, felicissimi per quel clamoroso infortunio.

Avevano sfruttato l' assist gridando allo scandalo. Ora lei ha gioco facile: «Introdurremo il semestre bianco. Negli ultimi 180 giorni del suo mandato Appendino non potrà nominare nessuno. In ogni caso sceglieremo applicando i criteri della trasparenza e della meritocrazia». Intanto, i due target possono serenamente preparare le valigie.


La Fondazione, che ha in pancia il 9 per cento di Intesa, eroga ogni anno qualcosa come 50 milioni, destinati all' arte, alla cultura, allo sport. È insomma, specie di questi tempi, uno strumento di consenso straordinario. E Iren che prima, in un sistema di porte girevoli, era guidata proprio da Profumo, è un colosso che spazia da Reggio Emilia a Genova e Torino e ha fornito alla città la nuova illuminazione a led e il teleriscaldamento.


Un pizzico di sogno, una spruzzata di demagogia e molto pragmatismo. Appendino omaggia il popolo sovrano e i sacri dogmi del Movimento: «Una volta al mese faremo la giunta su Facebook e un giorno alla settimana riceverò i cittadini». «Dobbiamo ripartire dalle periferie - annuncia quindi il neo sindaco - e dobbiamo occuparci degli esclusi».

Ma quando le piove addosso la domanda sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia grillino, lei la schiva così: «Non riguarda il Comune, ma certo con Virginia Raggi farò pressioni sul capo del governo perché intervenga e lo stesso farò con il presidente della Regione Sergio Chiamparino che ha allo studio alcune misure». Per oggi può bastare. Il futuro però è un tantino più complicato.

Clamoroso: Renzi trema e mette in atto l'ultima vigliaccata contro il M5S. Ecco cosa vuol fare il Premier abusivo

L'Italicum mostra profili di incostituzionalità. A metterlo nero su bianco èSinistra Italiana che si è vista calendarizzare la discussione sulla mozione nel mese di settembre. Si riapre, così, la discussione attorno a una legge elettorale "mai testata", come ha avuto modo di ricordare il vice segretario Pd Lorenzo Guerini. E lo si fa all'indomani di elezioni amministrative che hanno visto vincere iCinque Stelle e perdere il Pd. Ce n'è abbastanza per uno scontro parlamentare che, in attesa dell'arrivo in Aula della
mozione, esplode sui social network e per mezzo dei comunicati. I dubbi sollevati sono sul premio di maggioranza alla lista.
Matteo Renzi ostenta sicurezza: "È solo una mozione dell'opposizione, ce ne sono tante...". Per la minoranza Dem un'apertura sull'Italicum renderebbe più semplice il percorso del referendum.

"Renzi cialtron e baro" - Il Movimento Cinque Stelle chiude ora le porte all'ipotesi di modifica perché la legge elettorale "non è una priorità". È il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio a "gelare" tutti coloro che speravano nella possibilità di rimetter mano alla legge. "Hanno parlato per tre mesi di referendum, olimpiadi e direzioni di partito - spiega Di Maio - e così hanno perso le elezioni a Roma e Torino. Il giorno dopo la sconfitta, hanno iniziato a parlare di modifiche alla legge elettorale, ovvero di come spartirsi le poltrone alle prossime elezioni politiche. La Camera ci costa 100.000 euro all'ora e il Pd vuole spendere questi soldi per
cambiare l'Italicum. Facciano pure. Ma quando vorranno tornare sulla Terra, gli mostreremo quali sono le priorità per l'Italia". Alessandro Di Battista definisce "cialtroni" quelli del Partito Democratico: "Fino alle vittorie M5S a Roma e Torino l'Italicum era la legge migliore al mondo (per noi è uno schifo). Ora Renzi pronto a cambiarla. Cialtroni!". Il collega di partito Danilo Toninelli definisce invece l'Italicum "cibo avvelenato per la democrazia", che "non può essere migliorato" ma "solo cancellato". Beppe Grillo infine prende di mira Renzi in persona: "È un baro, cambia le carte in tavola". All'autunno caldo del referendum si aggiunge un'altra patata bollente per il Parlamento.

fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11924911/italicum-pd-modifica-legge-elettorale-m5s-renzi-baro-cialtrone.html

++ULTIM'ORA - VIRGINIA RAGGI BOOM: SCATENATA! E' APPENA ARRIVATA LA NOTIZIA CHE..

Una cabina di regia interna con dirigenti, magistrati della corte dei conti ed esperti dell'Anac. E' la mossa che sta studiando Virginia Raggi come «autotutela» per far funzionare al meglio la macchina amministrativa. La relazione del commissario Francesco Paolo Tronca, dicono dallo staff del sindaco, «non l'ha colpita più di tanto: erano problemi che conoscevamo». Insomma, non è caduta dalle nuvole. Anche se l'ex prefetto di Milano le ha dato un benvenuto abbastanza inquietante. Descrivendo un Campidoglio infestato da «pericolose relazioni tra le organizzazioni criminali e l'area istituzionale, con possibili devianze dell'apparato burocratico-amministrativo locale». E proprio per evitare «il frequente ricorso alle procedure negoziate», così come «l'elevata frammentazione delle procedure e delle stazioni appaltanti», la grillina ha in mente di dotarsi di questa cabina di regia che lavorerà insieme all'Avvocatura. Fatta salva la possibilità, come prevede il contratto da lei sottoscritto, di sottoporre i principali atti amministrativi a uno Staff legale esterno. Nella testa di «Virginia», raccontano i suoi, c'è la consapevolezza che il "piano" funzioni.
ilmessaggero.it


ULTIM'ORA: terremoto nel PD. Neo eletto e già scattano per lui le manette. Arrestato consigliere PD per c

Inizi con una brutta notizie l'avventura amministrativa di Antonello Velardi. Appena 24 ore dolo l'insediamento in Comune, il neo sindaco deve fare i conti con l'arresto di un consigliere comunale del Partito Democratico appena eletto. Questa mattina infatti Raffaele Guerriero è stato arrestato per estorsione aggravata dall'aver agevolato un'organizzazione camorristica insieme a Tommaso Del Gaudio per aver preteso somme di denaro dalla "Dhi", società che si occupa della raccolta rifiuti a Santa Maria Capua Vetere.

Fonte: http://noicaserta.it/santa_maria_capua_vetere_consigliere_pd_arresto.html

Bufera in studio! Il Pres. Elio Lannutti sputtana e smaschera Renzi in diretta TV in modo magistrale!





Elio Lannutti: "Renzi? Il maggiordomo preferito dei banchieri"
Il PD vuole consegnare le vite degli italiani ai banchieri e agli assicuratori. È l'Europa dei banchieri e dei tecnocrati. Bisogna rispettare il voto popolare.
Al referendum, farò i comitati per il no. Questa è una riforma firmata J.P. Morgan...E' una riforma prostituzionale. Arrestare questi manager, e a Zonin, bisogna confiscare i beni. I danni vanno riparati.
La Gabbia 29 giugno 2016

mercoledì 29 giugno 2016

L'euro? In diciassette anni ti ha ridotto in miseria. Le cifre da paura: quanto hai perso finora

Vogliamo votare anche noi. Sull' Europa. Sull' euro. Sulla nostra vita. Sul nostro portafoglio. Sui nostri figli. Perché gli inglesi sì e noi no? Abbiamo migliaia di ragioni per chiedere un referendum consultivo sulla permanenza dell' Italia in quest' Europa che, da grande sogno, sta diventando un incubo.
A parte il diametro delle pizze o dei cetrioli, l' Europa ha imposto il cosiddetto bail-in, cioè se una banca fa crac per la crisi o per la scarsa capacità dei manager, a pagare il conto saranno i correntisti più abbienti, ma anche gli obbligazionisti e gli azionisti. Ma vi sembra giusto? Chi l' ha deciso? Non si sa, perché si fa presto a dire Europa, ma si fa fatica a capire chi è il colpevole di scelte non solo impopolari, ma anche stupide.
Purtroppo il dibattito sull' Europa non è solo una questione ideologica o culturale, come vogliono farci passare i turisti della democrazia che stanno con la gente solo quando fa comodo a loro. È una questione puramente di portafoglio. Ci piace l' Europeo di calcio e la Champions League, ma non è piacevole scoprire che da quando siamo entrati nell' euro il nostro Pil pro capite è crollato dell' 8,27%. Nel 2001 un italiano produceva 27.800 euro, nel 2015 il suo tesoretto si è ridotto a 25.500. Ognuno di noi, con la moneta unica, ha perso 2.300 euro annui. Quasi 5 milioni di vecchie lire.
MESSI MALE - Vi sembrano pochi? Forse a qualche euro burocrate sì, ma agli italiani che fanno fatica con le rate del mutuo, no. Anche perché siamo il Paese che, fra i 28 dell' Unione, ha visto erodersi più di tutti la propria ricchezza.
Non serve quindi un genio per comprendere l' euroscetticismo che alberga a casa nostra. Uno su due, fa notare l' ultimo report dell' Eurobarometro, non si sente europeo, e quasi sei su dieci non provano alcun senso di appartenenza alla bandiera blu con le stelle gialle. Hanno provato per decenni a dirci che l' Europa è bella. Peccato che alle parole non siano seguiti i fatti. Dall' economia al problema immigrazione. A Bruxelles partono i diktat, e noi - come fossimo dei servi della gleba - dobbiamo adeguarci.
PRO E CONTRO - E dire che l' Europa era un sogno. Ci ha portato effettivamente settant' anni di pace, dopo due guerre mondiali. Però da comunità leggera, dove ogni Stato aumentava la propria capacità d' influenza, l' Unione Europea è diventata un super-Stato, con tanto di burocrazia ossessiva e caste come se non ci fosse un domani. Più che altro, l' architettura di questa brutta copia di Stati Uniti d' Europa ha finito per portare al blocco di qualsiasi attività: se tutti hanno il potere di veto si finisce per non decidere.
E chi non decide, subisce il potere di altri. Così noi non contiamo più niente. Peggio, i nostri politici spesso usano la Ue per nascondere le loro scarse capacità di intervenire contro gli sprechi o per tagliare le tasse. Risultato finale: nessuno fa niente, tutti ci rimettono.
E che dire dell' euro? Sì, coi tassi bassi lo Stato ha pagato meno interessi, peccato abbia aumentato la spesa pubblica... Sì, anche noi abbiamo partecipato all' abbuffata del credito facile, peccato che qualcuno sia stato più ingordo con gli interessi rasoterra: i tedeschi.
FATECI VOTARE - Basta. Fateci votare, fateci scegliere, fateci partecipare. E smettiamola anche con il ritornello che «in Italia non si può perché lo vieta la Costituzione». Balle.
Nel 1989, in concomitanza con le elezioni Europee, il Parlamento votò una legge speciale per chiedere il parere degli italiani proprio sul funzionamento dell' europarlamento. Visto? Si può fare, basta volerlo. Facciamoci sentire. Scriveteci all' indirizzo di posta elettronica noeuronoeuropa@liberoquotidiano.it, ritagliate l' appello sul giornale e speditecelo. Più siamo, più contiamo. Il Regno Unito ha creato il precedente storico: si può mettere in discussione l' Europa. Non facciamoci sfuggire questa occasione storica. Non ci capiterà mai più.

FONTE: http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11924467/votiamo-per-liberarci-dall-euro-ecco-perche-ci-ha-impoveriti.html

DI MAIO INCONTENIBILE! HA SVELATO I PIANI SEGRETI DELL'UE DOPO LA BREXIT: GUARDATE!

"Noi non partecipiamo a intimidazioni al popolo inglese, che si è permesso di votare per l'uscita dall'Unione Europea". Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio risponde così ai cronisti che gli chiedevano il perché della decisione di votare contro, assieme al leader dell'Ukip Nigel Farage, alla risoluzione per una rapida uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. "Ci sono dei partiti che vogliono punire il popolo inglese - ha spiegato Di Maio - ma noi non abbiamo intenzione di partecipare a nessuna operazione 'punirne uno per punirne cento' per evitare effetti emulativi". Di Maio è intervenuto a Firenze alla presentazione del libro 'Il Prezzo del potere' di Davide Vecchi

martedì 28 giugno 2016

++ ULTIM'ORA ++ Una regione italiana dice addio all'euro. La sfida totale: ecco chi si sgancia

La Valle d'Aosta sta pensando di battere moneta propria, la Valdex, e trovare una via d'uscita creativa per sfuggire ai limiti di bilancio imposti dal patto di stabilità imposto agli enti locali dallo Stato. Con una propria moneta, la Regione è sicura di poter sbloccare circa 30 milioni di euro, che potrebbero poi essere spesi in investimenti.  Secondo quanto è emerso da un convegno sulle monete locali tenuto nel piccolo comune di Saint-Christophe: "Paghiamo l'indennità di bilinguismo dei dipendenti pubblici con la moneta locale" ha proposto Marco Gheller, esponente del partito autonomista valdostano Alpe.
Il progetto - L'idea era venuta tempo fa anche a Etienne Andrione, candidato sindaco di Aosta per l'Union valdotaine progressiste e a Pierluigi Marquis, capogruppo della Stella Alpina in Consiglio regionale. Come riporta Italia Oggi, la moneta valdostana non sostituirebbe l'euro, ma lo affiancherebbe, come già sperimentato in altre regioni come la Sardegna. In Europa ci sono stati diversi esperimenti anche riusciti, come a Bristol, in Inghilterra, dove hanno adottato la Bristol Pound, oppure in Belgio col Res, e nella regione bavarese della Germania col Kinguarer. In Italia aveva raccolto buoni risultati la Sardex in Sardegna, meno fortunata invece la Napo, battuta dal sindaco Luigi De Magistris a Napoli.
Senza banchieri - La Valdex, nome proposto da Marquis, non sarebbe stampata da una Banca centrale, ma sfruttata con strumenti simili a carte di credito e distribuita ai dipendenti pubblici. Con le tessere si potrebbero acquistare beni e servizi delle aziende locali.

FONTE: http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11876644/valdex.html

GESTO EROICO DELLA NEO SINDACA M5S:"TAGLIEREMO STIPENDI DEL 30%"

Il taglio dell’indennità del 30 per cento e la rinuncia al mandato se entro metà della sindacatura non sarà raggiunto almeno il 30 per cento degli obiettivi annunciati in campagna elettorale.
Anna Alba, neo sindaco di Favara (Agrigento) in quota M5s, ha le idee chiare. “Quello che ha premiato il Movimento in Sicilia e nel resto d’Italia – dice all’AdnKronos – non è un voto di protesta, ma l’espressione della voglia di cambiamento e di un’alternativa credibile. Abbiamo riacceso la fiamma della speranza, coinvolgendo molti giovani e molti anziani, che erano i più sfiduciati. Adesso dovremo essere bravi a non deludere le aspettative”. E per dimostrare che il Movimento non è “come gli altri” sindaco e assessori designati hanno firmato un ‘documento etico’.
“Contiene il taglio del 30 per cento della mia indennità – spiega la neo primo cittadino – e l’impegno ad andare a casa se a metà mandato non avremo raggiunto almeno il 30 per cento degli obiettivi annunciati, perché significherebbe che non siamo in grado di amministrare”. Ieri anche per Alba, così come per i colleghi pentastellati di Porto Empedocle e Alcamo, è stato un vero e proprio plebiscito. Con il 71,74 per cento delle preferenze (11.395 voti) ha battuto la candidata del Pd, Gabriella Bruccoleri, che si è fermata al 28,26 per cento.

fonte: http://www.grandangoloagrigento.it/la-neo-sindaco-di-favara-taglio-stipendi-del-30-noi-siamo-la-speranza-ripartiamo-da-macerie/

LONDRA SPUTTANA PRODI, QUASI TUTTA LA STAMPA ITALICA CENSURA LA NOTIZIA: MORTADELLA E’ STATO PER UNA VITA AL SERVIZIO DEL KGB. ECCO I DOCUMENTI

Londra smaschera Romano Prodi: “Collaborava con i servizi sovietici”
La vituperata commissione parlamentare d’inchiesta Mitrokhin istituita nel 2002 per indagare sui rapporti tra i servizi segreti sovietici e i politici italiani sta rifiorendo a Londra. Dove sono stati depositati gran parte dei documenti raccolti in Italia e sono state rese pubbliche, senza troppi distinguo, le accuse contro Romano Prodi. Il tutto all’interno di quella che gli inglesi considerano l’inchiesta (inquiry) del secolo: quella che indaga sull’uccisione con il polonio radioattivo dell’ex colonnello russo del Kgb e del Fsb Aleksandr Litvinenko, avvenuta nel novembre del 2005. L’«inquiry» è un procedimento speciale in cui il giudice dell’Alta Corte sir Robert Owen ha pieno accesso ai segreti di Stato; è stata disposta dal Guardasigilli inglese per investigare sulle responsabilità del governo russo e dei suoi servizi segreti in questo omicidio.
L’AUDIO-INTERVISTA
Gli inglesi hanno desecretato anche l’audio-intervista del 2004 concessa alla commissione dall’ex spia e ne hanno pubblicato una traduzione sul sito della «Litvinenko inquiry». Uno dei temi del colloquio è la famosa seduta spiritica a cui l’ex premier avrebbe partecipato durante il sequestro da parte delle Brigate rosse di Aldo Moro e in cui uno spirito avrebbe indicato alcuni toponimi. «Uscirono Bolsena, Viterbo e Gradoli» disse Prodi alla commissione Moro nel 1981. «Nessuno ci ha badato: poi in un atlante abbiamo visto che esiste il paese di Gradoli. Abbiamo chiesto se qualcuno sapeva qualcosa, e, visto che nessuno ne sapeva niente, ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo, come mi sento in questo momento, di riferire la cosa». Ma Gradoli era anche la via in cui si trovava uno dei covi utilizzati dai sequestratori del presidente della Dc. Grazie all’inchiesta londinese possiamo leggere l’opinione di Litvinenko sulla versione di Prodi (la traduzione è quella letterale dell’interprete): «Primo o lui è stato di persona in questo appartamento, poi poteva avere questa informazione da testimoni, ma questo è poco probabile non penso che i terroristi lasciano i testimoni vivi. Oppure poteva avere l’informazione direttamente da persone che hanno commesso questo crimine, oppure lui ha ricevuto questa informazione dal Kgb che aveva l’intenzione di spingerlo sopra nella carriera e hanno dato, hanno regalato, presentato a lui questa informazione per tenerlo in seguito come un ostaggio da questa informazione». In pratica Litvinenko sostiene di non credere che l’ex presidente della commissione europea abbia saputo l’indirizzo del covo da un fantasma, ma che è molto più probabile che quell’informazione l’abbia ricevuta dai servizi segreti sovietici.
Nello stesso capitolo Litvinenko parla anche dei rapporti della Olivetti di Carlo De Benedetti con l’Unione sovietica. Dopo qualche mese i giornalisti di Repubblica (edita dallo stesso De Benedetti) raggiunsero Litvinenko a Londra per raccogliere questa chiosa: «Osservai soltanto che, se volevano (quelli della Mitrokhin ndr) il mio parere di esperto, era poco credibile che Prodi avesse appreso la notizia durante una seduta spiritica e che sicuramente il Kgb aveva seguito il sequestro provando ad acquisire informazioni. Io non avevo e non ho nessun tipo di prove su Prodi». Ma per il consulente della Mitrokhin, Mario Scaramella, ex giudice onorario ed esperto di pirateria nel Corno d’Africa, c’è differenza tra le dichiarazioni alla commissione e quelle più prudenti a Repubblica: «Le prime furono audio registrate le seconde solo appuntate su un block notes». Eppure nel libro-intervista realizzato con Marco Damilano («Missione incompiuta»), Prodi ha seppellito il lavoro della Mitrokhin con queste parole: «L’assurdità delle accuse venne presto dimostrata, ma mi resta ancora oggi da capire chi ha sostenuto le ingentissime spese che sono state necessarie per imbastire documenti e testimonianze false in giro per il mondo». Ora questi documenti e queste testimonianze «false» sono state pubblicate su un sito governativo inglese alla voce «prove».
Scaramella a Londra ha collaborato su base volontaria, gli inquirenti gli hanno riservato due udienze pubbliche e il 27 marzo scorso il giudice Owen gli ha fatto recapitare il suo ringraziamento personale per «l’utile» collaborazione. Sarà per questo che i Queen’s counsels, gli avvocati della regina, il 18 marzo scorso, hanno ricostruito in aula il suo curriculum e le vicende che gli sono costate diversi guai giudiziari in Italia, senza mettere in dubbio la sua versione.
Scaramella nella Mitrokhin era l’esperto con delega al reperimento delle prove all’estero e alla gestione dei contatti con gli ex ufficiali del Kgb, Litvinenko compreso. Dalla sua viva voce ha raccolto in due anni 120 pagine di testimonianza scritta, una trentina di ore di file audio e due ore di videoriprese. Tra i file consultabili sul sito dell’«inquiry» ce n’è uno del 13 febbraio 2004, siglato «lug000092», in cui si legge: «Io (Litvinenko ndr) chiedo che questa informazione rimanga confidenziale siccome l’ho ricevuta da un ufficiale di alto rango del Fsb (…) e lui potrebbe essere ucciso come traditore. Tra le cose che mi ha rivelato c’è che Romano Prodi, il presidente della Commissione europea, è una persona legata al Kgb». L’informazione l’avrebbe ricevuta il 20 settembre del 2000, prima di fuggire in Italia per raggiungere il fratello Maksim. La fonte di Litvinenko lo sconsigliò di andare in Germania e Italia dove c’erano molti ex agenti di Kgb «nel governo di quei paesi e avrebbero dato una mano a punirlo». L’ex colonnello chiese chi fossero quegli ex agenti nei posti chiave e l’interlocutore rispose: «Ti dirò giusto il nome di uno dei nostri che in questo momento è il presidente della commissione europea e si chiama Romano Prodi: questa informazione è abbastanza per te? (…) In Italia il Kgb collaborava con lui per questioni altamente confidenziali, perciò io non andrei in Italia per nessuno motivo». La fonte era Anatoly Trofimov, vicedirettore dell’Fsb, capo dell’ufficio moscovita. Morirà due anni dopo, nel 2006, in circostanze non del tutto chiarite.
Scaramella ha depositato a Londra anche una lettera di scuse dell’ex colonello del Kgb Oleg Gordievsky, che lo aveva coperto di insulti in un’intervista a Repubblica: «Le mie parole furono male interpretate e tradotte in modo errato in lingua italiana» si legge nell’epistola. Gordievsky rilasciò anche un’intervista all’ex presidente della commissione Mitrokhin Paolo Guzzanti dai contenuti espliciti: «Quando ero a Mosca fra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta, Prodi era popolarissimo nel Kgb perché era più o meno sempre pro Unione Sovietica. Il Kgb non arruolava mai iscritti al partito comunista perché era proibito, ma sempre persone orientate a sinistra non comuniste, con una predilezione per i professori universitari e coloro che potevano orientare l’opinione pubblica».
Gli inquirenti inglesi hanno posto diverse domande su Prodi a Scaramella. Il 25 febbraio l’avvocato della regina si è rivolto così all’ex consulente napoletano: «Abbiamo visto un po’ del materiale raccolto durante le indagini della commissione in base al quale Prodi sarebbe stato un agente della Federazione russa. È corretto?». Scaramella ha inizialmente tergiversato («questa è una parte sensibile del lavoro che abbiamo condotto»), ma nell’udienza successiva ha risposto: «Litvinenko presentò questa come l’informazione più importante in suo possesso, tanto da dire: “Stop, ora fuori gli interpreti. Io devo spiegarle perché sono un po’ timoroso per questa collaborazione con l’Italia. La ragione è questa”. E poi, un po’ per volta, mi diede altre informazioni». Nell’aula della gotica Royal courts a pochi passi da Trafalgar square l’esiliato ceceno Akhmed Zakayev ha dovuto ammettere di essersi inventato pesanti accuse contro Scaramella e l’ex istruttore di lingue del Kgb Evgheniy Limarev, vecchia fonte di Repubblica («probabilmente da prima di conoscere Scaramella» ha ammesso Limarev), non ha potuto negare l’invio di documenti riservati alla commissione.
IL GIUDIZIO
Al termine delle udienze pubbliche abbiamo chiesto agli inquirenti un giudizio su Scaramella. Mike Wicksteed il responsabile dei rapporti con la stampa della «Litvinenko inquiry» ci ha risposto così: «Non possiamo fare commenti sulle dichiarazioni di un testimone. Per giudizi di questa natura bisognerà aspettare fino a quando il presidente della corte depositerà il suo rapporto a fine anno». Nel frattempo i documenti e le «false» testimonianze della Mitrokhin su Prodi sono diventate di pubblico dominio sul sito governativo. Senza alcuna censura. Tuttavia Prodi non ha perso il gusto per la battuta e in «Missione incompiuta» ha bofonchiato: «L’affare Mitrokhin è stata una vicenda (…) assurda, tanto che Vladimir Putin (ex 007 sovietico ndr) mi disse ridendo: “Avresti dovuto dirmi che eri del Kgb: avremmo potuto fare un sacco di cose assieme”». Forse per recuperare il tempo perduto nel 2013 lo stesso Putin ha scelto, un po’ a sorpresa, Prodi come consulente del Cremlino per il G8 di Sochi.


ULTIM'ORA: la Raggi non scherza e attacca a muso duro il Presidente dell'AMA

"Dirigenti si assumano responsabilità". Il sindaco vedrà dg Atac"

IL SINDACO di Roma Virginia Raggi ha deciso di lasciare in proroga il presidente dell'Ama Daniele Fortini con un messaggio chiaro: "Prima di dimettersi è suo dovere, dopo aver ricoperto i vertici di Ama, comunicare al sindaco e ai romani il lavoro svolto, nonché lo stato di salute dell'azienda. I dirigenti devono cominciare ad assumersi le loro responsabilità".

Raggi ha visto Fortini, dimissionario dalla carica di presidente martedì pomeriggio. L'idea del sindaco, a quanto si apprende, è che i vertici di ogni municipalizzata d'ora in avanti avranno l'obbligo di comunicare all'amministrazione capitolina ogni passo, con report quotidiani e settimanali. È quello che il sindaco in questo caso ha chiesto a Fortini. Il primo cittadino gli ha anche chiesto di rispondere quanto prima alla sua lettera in cui sollecitava chiarimenti su Ama. E la risposta dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.

Parlando ai suoi, poi, a incontro terminato, la Raggi ha affermato: "Con noi si cambia musica, dobbiamo lavorare per i romani ogni singolo giorno. Ed è quello che ho fatto capire a Fortini". Il sindaco incontrerà prossimamente anche il dg di Atac Marco Rettighieri.

fonte: http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/06/28/news/ama_raggi_proroga_presidente_fortini_e_chiede_report_quotidiani_e_settimanali_-142967435/?ref=drnh13-2

lunedì 27 giugno 2016

Fantastico! Accade a una settimana dall'elezione di Virginia Raggi a sindaco di Roma. Ecco cosa è successo a pochi passi da piazza di Spagna:

E in gelateria spunta il gusto “Roma 5 Stelle” in onore di Virginia Raggi

Centro congressi Roma eventi, a pochi passi da piazza di Spagna: in gelateria spunta il gusto "grillino" in onore di Virginia Raggi, il sindaco del M5S.

Centro congressi Roma eventi, a pochi passi dalla centralissima piazza di Spagna. La gelateria è, come di dice ‘sul pezzo'. Ovvero a una settimana dall'elezione di Virginia Raggi a sindaco di Roma ha già sfoderato un gusto nient'affatto tradizionale: "Roma a 5 Stelle". Gusto frutta, fragole e ovviamente, una cascata di stelline di zucchero a celebrare il nuovo corso del Campidoglio.  Tra le curiosità il ‘gelato grillino' fa sicuramente il paio con il Bus Atac a 5 stelle con la scritta "Welcome Raggi", la cui foto ha fatto il giro dei social network all'indomani dell'elezione del giovane avvocato romano, risultata vittoriosa al ballottaggio contro il candidato Pd Roberto Giachetti.

Fonte: http://roma.fanpage.it/e-in-gelateria-spunta-il-gusto-roma-5-stelle-in-onore-di-virginia-raggi/p1/

APPENDINO BOOM! TAGLIATE SUBITO QUATTRO SUPER POLTRONE AI PARASSITI DI TORINO. ECCO NOMI E COGNOMI

CHIARA APPENDINO parte in quarta: Torino è una delle citta' con il debito piu' alto in Europa e la lotta agli spechi deve iniziare subito.

Il Sindaco non perde tempo e taglia le prime 4 teste:
- City manager del comune di Torino Gianmarco Montanari: 203.615 euro lordi l'anno.
- Il portavoce di Fassino, Gianni Giovannetti, 138.560 euro
- Il dirigente ai Grandi progetti urbani Anna Prat 91.330 euro l'anno.
- Il comandante dei vigli urbani Alberto Gregnanini,113.796 euro. Gregnanini verrà prorogato di qualche settimana, ma solo per permettergli di chiudere dignitosamente e di andare in pensione, il prossimo 8 agosto, senza retrocedere prima ad un ruolo più modesto.

«Stiamo lavorando sulla base di due criteri - afferma Davide Bono, storico consigliere pentastellato ala Regione Piemonte - il merito e il risparmio. Cosi, per formare la sua giunta e scegliere i 12 assessori, Appendino non guarda più alla vicinanza politica ma ai curricula ricevuti dai candidati che devono convincere sul piano professionale. Naturalmente sulla base della condivisione di un programma».


++ ULTIM'ORA STORICA ++ Il M5S vola nel sondaggio di Mentana e si attesta prima forza politica assoluta

È un vero e proprio boom del Movimento Cinque Stelle quello che emerge dall’ultimo sondaggio di EMG Acqua per il TGLa7. I pentastellati, dopo le vittorie di Roma e Torino, guadagnano in una settimana ben 2,6 punti percentuali, diventando virtualmente il primo partito con il 31,7%. In caso di ballottaggio con il Partito Democratico trionferebbero con il 52,9%, con un ipotetico listone di centro-destra addirittura toccherebbero il 57,3%. Cambiamenti anche sul fronte referendario, con il No che in una settimana guadagna un +1,8%, a fronte del +0,7% del Sì. Un trend che dovrebbe destare non poche preoccupazioni in zona Nazareno.



++ULTIM'ORA++"Slitta il referendum".Mattarella, verso la mossa clamorosa

La scorsa settimana il quotidiano La Stampa aveva anticipato, in un retroscena, la presunta intenzione diMatteo Renzi di far slittare il referendum costituzionale. Una possibilità che il premier starebbe seriamente valutando dopo la batosta alle amministrative. Una strategia per prendere tempo e cercare di invertire le indicazioni che emergono dai sondaggi, ovvero che il fronte del "no" sarebbe in netto vantaggio. E se perdesse quel referendum, per il premier potrebbe essere la fine: fu lui stesso, salvo poi tentare di correggere le sue parole, ad annunciare il ritiro dalla politica in caso di sconfitta.
E ora, alle indiscrezioni della scorsa settimana, se ne aggiungono altre raccolte da affaritaliani.it, secondo il quale ci sarebbe già anche la nuova data del referendum: domenica 4 dicembre. Uno slittamento di mesi, dunque, e non di un paio di settimane così come si ventilava. Per il momento manca la conferma ufficiale, ma l'indiscrezione sarebbe stata confermata da alcune fonti a Palazzo Chigi.L'obiettivo di Renzi sarebbe quello di andare al voto dopo l'approvazione della legge di Bilancio: in caso di vittoria del "no" e di crisi di governo prima dell'approvazione della legge, l'Italia rischierebbe l'esercizio provvisorio.
A sollecitare lo slittamento del referendum sarebbe stato Sergio Mattarella. Una sponda, quella del Colle, assolutamente gradita a Renzi, che così avrebbe più tempo per sfruttare alcuni provvedimenti nel corso della campagna elettorale. Tra questi la possibile riforma delle pensioni e un intervento sulla pressione fiscale, diminuita dal primo gennaio su famiglie e imprese.

fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11923383/referendum-costituzionale-nuova-data-4-dicembre-colle-sergio-mattarella-matteo-renzi.html


domenica 26 giugno 2016

BREXIT, MENTANA MASSACRA I MEDIA ITALIOTI CON LE PAROLE DI FUOCO: “FINALMENTE QUALCUNO CHE DICE QUELLO CHE TUTTI PENSANO”

Tutti gli anti-referendum, da ieri stanno inondando le pagine dei quotidiani italiani versando litri di inchiostro contro la maggioranza di inglesi che hanno votato a favore dell’addio all’Ue.
Difensori della democrazia solo quando fa comodo a loro. Quando il “Popolo” (così l’ha chiamato Saviano) vota secondo le loro indicazioni, le loro analisi, i loro intendimenti. Molti dei vari Severgnini e Saviano sono arrivati a dire che su cose come la brexit il “popolo non dovrebbe votare”. Forse perché non è intelligente come loro.
Mentana contro gli anti-brexit
A pensare a richiamare all’ordine gli intelletò è stato però Enrico Mentana. Il quale su Facebook ha coperto di ridicolo quanti in si sono dilettati nella delegittimazione di un voto popolare che, per quanto brutto, deve comunque essere rispettato. “Una cosa deve essere chiara – scrive Mentana sui social – si può criticare anche aspramente Cameron che usando l’arma del referendum ha finito per esserne travolto. Ma è proprio fuori dall’idea di democrazia criticare la scelta dell’elettorato britannico: quando si da la parola al popolo sovrano se ne accetta il responso, e si riflette. Vista dal Regno Unito evidentemente l’Unione Europea non è così seducente. A Bruxelles e nelle altre capitali bisogna per prima cosa prendere atto. E sapere che l’Europa o cambia o sarà archiviata da altri responsi popolari”.
Ieri Roberto Saviano, per citarne uno, aveva criticato il “Popolo”, colpevole di aver votato Brexit così come di aver portato Hitler al Reich. Perché i referendum vanno bene, benissimo, quando legalizzano l’aborto, quando bloccano il nucleare, quando fanno comodo ad alcuni. Se questi perdono, invece, fanno schifo. È questo succede quando la democrazia piace solo a parole. Ma non nella pratica.

"RENZI SEI UN CRETINO".Bufera in diretta:l'ospite dice ciò che pensa realmente e tutti ci rimangono male




Rispolveriamo questo video, sempre molto gustoso. La professoressaAmalia Signorelli, antropologa, ci ricorda un modo di dire caro alla sua infanzia. A suo dire gli scout sono "dei bambini vestiti da cretini, guidati da un cretino vestito da bambino

La professoressa conclude la sua similitudine spiegando che l'attuale premier Matteo Renzi ha un atteggiamento simile a quello di un capo scout. Traete voi le conclusioni, ma il concetto pare abbastanza chiaro. No?

CHI E' AMALIA SIGNORELLI - Sono nata a Roma. Ho insegnato nelle Università di Urbino, Napoli e Roma, più alcune Università straniere, dove sono stata invitata. Il mio mestiere è antropologa. Più precisamente, antropologa culturale. Come tale, da sola o partecipando a gruppi, ho fatto molte ricerche: sui processi di modernizzazione dell'Italia meridionale, sulle migrazioni, sulla condizione femminile, sulle culture urbane. 

Tra i miei libri, il più attuale, anche se non il più recente, è del 1983: si chiama Chi può e chi aspetta. Giovani e clientelismo in un'area interna del Mezzogiorno (Liguori,Napoli) e dimostra che già a quella data era possibile prevedere lo sfascio politico-istituzionale in cui siamo piombati qui in Italia. Infatti il mio problema ora è capire perché la nostra classe dirigente prende sistematicamente decisioni i cui nefasti effetti sono largamente prevedibili; e perché gli italiani continuano a lasciarglielo fare. Una questione di mentalità, penso: e dunque un oggetto preferenziale per l'antropologia culturale. Sono piuttosto anziana, ho tre figli e tre nipoti. Fare la mamma e la nonna mi piace e mi è sempre piaciuto quanto fare l'antropologa.

V.Raggi ha compiuto un gesto senza precedenti. Neanche una riga sui giornali. Guardate cos'ha fatto..



Primo giorno in Campidoglio per Virginia Raggi, neo sindaca di Roma. L'avvocatessa eletta tra le file del Movimento 5 Stelle è parsa visibilmente emozionata mentre prendeva possesso del suo ufficio al Comune capitolino. Affacciandosi dal balcone che dà sui Fori imperiali, non ha trattenuto le lacrime. "E' un onore servire la mia città", spiega poche ore dopo in un video pubblicato live su Facebook. Nel filmato la Raggi mostra la sua stanza ("finalmente i romani entrano nelle istituzioni") e il panorama che si gode dalla finestra: un primo gesto, simbolico, all'insegna della trasparenza, cavallo di battaglia dei grillini. Poi  ripercorre i punti principali del programma di governo di Roma per tirare una linea "rispetto a quello che è stato".  L'audit sul debito, la rinegoziazione dei tassi di interesse, la lotta agli sprechi, il miglioramento dei servizi, la riorganizzazione delle municipalizzate: "Roma merita di essere amata, e io mi metto a disposizione". 

PIGLIO ISTITUZIONALE - In impeccabile tailleur pantalone blu scuro, sguardo compito ma sorriso pronto per chi l'avvicinava tra cittadini e sostenitori, la Raggi ha partecipato oggi alla celebrazione del 36esimo anniversario della uccisione del sostituto procuratore di Roma freddato nel 1980 dai Nar in Viale Jonio. Raggi ha dato la linea della sua Giunta: "Siamo tutti Mario Amato - ha detto con voce ferma -. Mi impegnerò perché chi combatte a sostegno della verità non sia mai lasciato solo". Dal Vittoriano, a San Paolo, fino alle Fosse Ardeatine e di lì al Tempio Maggiore, ha raccolto l'apprezzamento del presidente del Senato Piero Grasso, che le ha rivolto i suoi auguri "di cuore", e poi quella della Comunità Ebraica.


CHIAMATEMI VIRGINIA - Prima di entrare in Campidoglio si è soffermata con i giornalisti: a chi le chiede se sarà sindaco o sindaca di Roma, cita la propensione della Crusca per il femminile, che però non le piace. "Chiamatemi Virginia". 



INCREDIBILE! BRUNO VESPA CONDANNATO. SAI PER COSA? QUESTO IL TG1 NON TE LO DICE

La sentenza è stata emessa dal gup Mara Mattioli: avrebbe dovuto scontare 10 giorni di detenzione, invece grazie al patteggiamento pagherà solo una multa

Si è conclusa con un patteggiamento e una pena pecuniaria di duemila e cinquecento euro la vicenda giudiziaria che vede coinolto Bruno Vespa, giornalista di Rai 1, condannato per abuso edilizio. Due anni fa i giudici avevano posto sotto sequestro una parte della sua villa a Ponza, a causa di un'irregolarità, riscontrata dagli agenti del nucleo di polizia ambientale e forestale (Nipaf) in seguito ad accertamenti svolti su presunti abusi nell'immobile di Cala Feola, con affaccio su Palmarola. 

Il giudice per le udienze preliminari, Mara Mattioli aveva condannato il giornalista a 10 giorni di reclusione. Ma Vespa ha deciso di patteggiare: adesso dovrà pagare una pena pecuniaria di duemila e cinquecento euro. Per i reati contestati il giornalista è stato inoltre condannato al pagamento di un'ammenda di ulteriori 14mila euro.

Tutti in piedi! Un Luigi Di Maio scatenato zittisce la serva Annunziata e respinge qualsiasi attacco.



LUIGI DI MAIO
Residente a Pomigliano d'Arco, è il maggiore di tre figli. La madre è un'insegnante di italiano e latino ed il padre Antonio è stato dirigente del MSI prima e di AN poi.

Ha conseguito il diploma di Liceo Classico Vittorio Imbriani di Pomigliano d'Arco nel 2004. Ha proseguito gli studi presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", si è dapprima iscritto alla facoltà di Ingegneria, dove ha fondato assieme ad altri studenti l'associazione di studenti di ingegneria "ASSI", poi si è trasferito a giurisprudenza e ha fondato insieme ad altri studenti l'associazione Studenti Giurisprudenza.it nell'anno 2006, nella quale ha ricoperto la carica di Consigliere di Facoltà e di Presidente del Consiglio degli Studenti. Ha lavorato come webmaster.

Carriera politica[modifica
Milita nel Movimento 5 Stelle dal 2007. Nel 2010 si candida come consigliere comunale del suo comune, senza riuscire ad essere eletto, ottenendo 59 preferenze. In seguito alle «parlamentarie» del Movimento 5 Stelle, viene candidato con 189 preferenze ed eletto alla Camera dei Deputati per la circoscrizione Campania 1 al secondo posto nella lista del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche del 2013. Il 21 marzo 2013 è eletto Vicepresidente della Camera dei deputati con 173 voti, diventando a 26 anni la persona più giovane ad aver ricoperto questo ruolo. Dal 7 maggio fa parte anche della XIV commissione, che si occupa delle politiche dell'Unione Europea.

sabato 25 giugno 2016

APPENDINO SCATENA.MANDA UN AVVISO DI SFRATTO ALLA FECCIA CHE E' VERTICI DELLA COMPAGNIA SAN PAOLO

Il neosindaco di Torino: “Una volta al mese faremo la giunta su Facebook e un giorno alla settimana riceverò i cittadini. Dobbiamo ripartire dalle periferie dobbiamo occuparci degli esclusi. Voglio dialogare con tutti e voglio riunire le due città oggi divise…”

Stefano Zurlo per “il Giornale”

Le bandiere No Tav e lo spoil system. Chiara Appendino di lotta e di governo. La guerra all' alta velocità, palestra dei Cinque stelle piemontesi, e le mani sul nocciolo del potere, su quel sistema fassiniano saltato nelle urne come un tappo di champagne.

Nella notte, dopo il trionfo e l' umiliazione del sindaco uscente, Piazza Castello, il cuore della città, è un tripudio di bandiere No Tav e a Palazzo Civico risuonano gli slogan di sempre: «Giù le mani dalla Valsusa».

Al mattino la vincitrice torna in municipio e davanti ai giornalisti comincia a graffiare ma, quando serve, frena, sfuma, vira. Sciabola e fioretto da subito, tenuti insieme da un sorriso d' ordinanza e dal piglio manageriale. Grillo sembra lontano anni luce e, a dirla tutta, non paiono suoi compagni di viaggio nemmeno quei ragazzi col look da centro sociale e con orecchino d' ordinanza annesso, che hanno riempito il centro, a piedi o in bicicletta, dopo la notizia del ko fassiniano.

Lei va dritta per la sua strada: «Porterò nelle istituzioni le ragioni dei No Tav. Però - aggiunge subito - il sindaco non ha poteri in questo campo e io voglio dialogare con tutti e voglio riunire le due città oggi divise». Nuovo sorriso. Avvolgente. Ecumenismo in salsa sabauda. Toni rassicuranti e concilianti. Garbo e stile. Per essere all' esordio, Appendino ha un controllo di sé strepitoso: la ragione domina sui sentimenti.

E con una certa freddezza fa partire la prima stoccata: le chiedono se Francesco Profumo e Paolo Peveraro debbano dimettersi dai vertici della Compagnia di San Paolo, primo azionista del gruppo Intesa e di Iren, la multiutility che offre servizi alla città. «Io credo - è la replica asciutta - che quelli che fra l' altro si sono alzati lo stipendio debbano fare un passo indietro».

Il riferimento obbligato è a Profumo, l' ex ministro del governo Monti che alla vigilia dei ballottaggi, in un clima tesissimo, ha avuto la sciagurata idea di innaffiare con 400mila euro il budget che copre rimborsi spese, gettoni e quant' altro.


Una mossa che molti hanno letto come un atto di arroganza e che segue a un altro gesto sciagurato dell' ultimo Fassino: le nomine di Profumo e Peveraro, ex vicepresidente della Regione ai tempi della piddina Mercedes Bresso, e l' occupazione manu militari di due caselle pesanti a maggio, ormai in vista delle elezioni. Appendino e i Cinque stelle, felicissimi per quel clamoroso infortunio.

Avevano sfruttato l' assist gridando allo scandalo. Ora lei ha gioco facile: «Introdurremo il semestre bianco. Negli ultimi 180 giorni del suo mandato Appendino non potrà nominare nessuno. In ogni caso sceglieremo applicando i criteri della trasparenza e della meritocrazia». Intanto, i due target possono serenamente preparare le valigie.


La Fondazione, che ha in pancia il 9 per cento di Intesa, eroga ogni anno qualcosa come 50 milioni, destinati all' arte, alla cultura, allo sport. È insomma, specie di questi tempi, uno strumento di consenso straordinario. E Iren che prima, in un sistema di porte girevoli, era guidata proprio da Profumo, è un colosso che spazia da Reggio Emilia a Genova e Torino e ha fornito alla città la nuova illuminazione a led e il teleriscaldamento.


Un pizzico di sogno, una spruzzata di demagogia e molto pragmatismo. Appendino omaggia il popolo sovrano e i sacri dogmi del Movimento: «Una volta al mese faremo la giunta su Facebook e un giorno alla settimana riceverò i cittadini». «Dobbiamo ripartire dalle periferie - annuncia quindi il neo sindaco - e dobbiamo occuparci degli esclusi».

Ma quando le piove addosso la domanda sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia grillino, lei la schiva così: «Non riguarda il Comune, ma certo con Virginia Raggi farò pressioni sul capo del governo perché intervenga e lo stesso farò con il presidente della Regione Sergio Chiamparino che ha allo studio alcune misure». Per oggi può bastare. Il futuro però è un tantino più complicato.

Torna Varoufakis, una profezia mortale sull'Italia e lo schiaffone a Renzi

Sono preoccupato. La situazione mi pare ormai fuori controllo. I populismi e il razzismo stanno aumentando esponenzialmente mentre le maggiori economie dell' Unione, Italia per prima, stanno collassando, nonostante ciò che dice il vostro primo ministro Renzi". Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco e consulente dei laburisti inglesi da quando è segretario Jeremy Corbyn, commenta in una intervista al Fatto quotidiano la Brexit: "È una reazione contro l'establishment britannico più che europeo. Il ceto medio e la classe lavoratrice sono andati a votare contro l'ormai ex premier Cameronperché sono i più danneggiati dal progressivo taglio dello stato sociale e dall'aumento delle tasse, in linea con i diktat di Bruxelles. Non hanno rigettato l'Europa ma le modalità dell'eurocrazia. Se le cose non cambiano, vedremo il trionfo dei nazionalismi. Per questo un populista come Donald Trump festeggia".

fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/11923061/-dopo-la-brexit--l.html

DI BATTISTA E ANGELA MERKEL. E' scoppiato il finimondo. Ecco che è successo:

I CRIMINALI IN GIACCA E CRAVATTA! Così, Di Battista su Facebook.
Una delle più grandi balle che si ascoltano oggi è quella secondo cui i cittadini greci stiano vivendo al di sopra delle loro possibilità. Con baby pensioni e con uno stato sociale che altri paesi non si possono permettere. Menzogne! Nessun paese (fuorché l'Italia renziana) ha portato avanti riforme folli e contro l'interesse generale come la Grecia. La Grecia è stata trasformata in un topo da laboratorio sul quale fare ogni tipo di esperimento. Macelleria sociale e il tutto non per riavviare l'economia (i tassi di disoccupazione attuali dimostrano il totale fallimento delle politiche di austerità) ma per salvare le banche private con i soldi nostri. Ed è avvenuto questo. Grecia in crisi, milioni di poveri. Richiesta di aiuto. Arrivano i soldi da parte dei paesi dell'UE (l'Italia ci ha messo 40 miliardi, il costo di quasi 3 redditi di cittadinanza del M5S). Ma questi soldi non vanno al popolo greco in difficoltà. Vanno alle banche private esposte con Atene. "Il popolo ha pagato il salvataggio delle banche" ha scritto pochi giorni fa Papa Francesco. Le stesse banche che si erano indebitate per via di operazioni speculative. Le stesse banche che finanziano le grandi guerre (e poi noi ci becchiamo i barconi), le stesse banche che sostengono economicamente i partiti politici. Criminali in giacca e cravatta che fanno sembrare i boss di mafia capitale come dei rubagalline di periferia!